Sempre più spesso un coniuge tradisce l’altro andando a compromettere l’ambito familiare con una relazione nascosta. In questo caso a tradire è stato un tunisino immigrato in Piemonte, sposato in Tunisia con un figlio. La moglie, ha dovuto subire anche la beffa ed ha dato luogo all’aggiornamento di una parte del diritto civile. Tutto comincia, come spesso si dice, con un tradimento. Ma in questo caso il tradimento non è nascosto, anzi è palesemente ammesso e pubblico. L’uomo prima di emigrare aveva una moglie ed un figlio e successivamente,una volta in Italia ha iniziato una convivenza con una donna del posto. La convivenza è stata portata avanti diventando stabile e portando un altro figlio.
La prima moglie insospettita da alcuni comportamenti insoliti lo ha raggiunto in Italia. Preso atto della situazione la donna ha fortemente criticato il marito e fatto valere i propri di moglie. Il tunisino però senza scomporsi più di tanto ha replicato dicendo che se non accettava la situazione poteva tornarsene a casa. Questa aspra risposta è stata dettata sopratutto dal fatto che la donna non aveva un proprio sostentamento economico. Quest’ultima però al posto di abbattersi ha deciso a fine 2013 di presentare denuncia, che ha portato ad un provvedimento.
Chi tradisce è condannato
Il procedimento,nato da un ricatto ha di fatto modificato il codice civile. L’uomo ha costretto la moglie ad accettare una relazione extra-coniugale o sarebbe tornata in Tunisia. L’immigrato è stato condannato dalla corte d’appello e successivamente a tortino dalla Cassazione. Il reato per cui è stato accusato il tunisino è quello di maltrattamenti in famiglia. La sentenza risulta essere sicuramente importante e nuova ai fini dei procedimenti civili. La questione è diventata materia di dibattito da molti operatori del diritto, che ne hanno parlato ripetutamente in diverse testate giornalistiche. Tutto ciò rappresenta una svolta importante in una materia in continuo sviluppo e mutamento.
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