L’hanno chiamata operazione “Black Storage” (letteralmente immagazzinamento del nero) del resto si tratta di evasione fiscale tecnologicamente all’avanguardia compiuta attraverso l’utilizzo di software gestionali creati appositamente per occultare “il nero”.
Le Fiamme Gialle lecchesi hanno effettuato oltre cinquanta perquisizioni tra le Province di Milano, Lecco, Bergamo, Torino, Bari, La Spezia e Ragusa nei confronti delle software-house produttrici dei programmi e dei professionisti che li utilizzavano.
La Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo, ha individuato un sistema realizzato da tre società leader nel settore della produzione di software, per consentire a liberi professionisti l’occultamento di parte della contabilità.
Il programma era in grado di smistare, in base a percentuali stabilite dagli utilizzatori, la contabilità su diversi archivi paralleli: il primo, ufficiale, redatto con tutte le specifiche richieste dal Legislatore in materia; il secondo, nascosto dietro una complessa sequenza di comandi, teneva conto della parte degli incassi da sottrarre a tassazione.
Ulteriore “illecito valore aggiunto”: la cancellazione rapida dei dati contenuti nell’archivio nascosto, funzione da utilizzare per eliminare definitivamente o temporaneamente gli stessi in caso di una ispezione fiscale.
E’ per questo che un controllo effettuato con le normali modalità ispettive difficilmente avrebbe potuto smascherare il trucco. Inoltre, le software house, per rendere il prodotto ancora più allettante, fornivano un servizio di assistenza comprensivo di “hosting” (ospitalità) della contabilità parallela.
Solo grazie alla connotazione di polizia investigativa nel settore economico – finanziario consolidata negli anni dalla Guardia di Finanza, unitamente all’utilizzo dei più moderni sistemi informatici, ha permesso di individuare il sistema fraudolento e smascherare sia i fornitori che gli utilizzatori.
I finanzieri hanno quindi segnalato all’Autorità Giudiziaria per frode informatica le società produttrici dei software e per occultamento e distruzione di documenti contabili i professionisti coinvolti.
Adesso la contabilità “in nero” rinvenuta sia presso i singoli professionisti, sia archiviata dalle software – house, verrà presa a base per ricostruire l’effettiva capacità contributiva dei liberi professionisti.