Tra le tecnologie del controllo a distanza si includono microchip, telecamere, braccialetti gps, etc. Sul punto la Fiom è irremovibile: Maurizio Landini ha chiarito che il sindacato dei metalmeccanici è intenzionato a “mantenere le norme contrattuali e legislative preesistenti”.
L’Europa quindi frena la possibilità di modifica dello Statuto così come da articolo 7 del Jobs Act che prevedeva la “revisione della disciplina dei controlli a distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro, tenendo conto dell’evoluzione tecnologica e contemperando le esigenza produttive dell’impresa con la tutela della dignità e della riservatezzadel lavoratore”.
Il ministro del lavoro Giuliano Polettine dovrà necessariamente tenere conto prima di approvare definitivamentei decreti, cosa che si era ripromesso di fare entro il mese di agosto. In particolare nella raccomandazione europea viene fatto divieto di installare telecamere o altri sistemi di sorveglianza in spogliatoi, mense e aree ricreative. Al momento quindi non è ancora chiaro quali potranno essere gli imminenti cambiamenti con la legge delega. Intanto le proposte al limite in tal senso non mancano: alla polemica del 2013 delle telecamere dell’Inps nelle agenzie di Romano di Lombardia e Treviglio, hanno fatto seguito la voce sulla presunta. Nei mesi scorsi ai dipendenti dell’autogrill MyChef di Bologna fu chiesto di indossare nella divisa una cinta con gps integrato. Secondo alcune testimonianze l’Obi di Piacenza invece avrebbe proposto di applicare ai lavoratori un braccialetto vibrante per controllare i tempi medi di risposta alle richieste di assistenza dei clienti. L’azienda si è difesa specificando che il progetto è rimasto sulla carta.